venerdì 10 ottobre 2014

Dylan Dog 337 "Spazio profondo"

Prendo la palla al balzo e col nuovo inizio di questo blog recensisco il nuovo inizio dell'indagatore dell'incubo...

premessa: Il mio rapporto col fumetto bonelliano è alquanto ostico, per vari motivi di cui questa non è sede di discussione, pertanto in questa piccola premessa vi dirò giusto poche cose. In primis ritengo Martin Mistére il personaggio migliore della scuderia, ma non quello con più fascino che è per forza di cose e senza dubbio alcuno, Dylan. Purtroppo ognuno dei due viene portato avanti con storie non sempre apprezzabili e sopratutto il secondo (e non è ahimè, il solo della casa) con poca originalità. Certo, è un fumetto popolare quello che l'editore bonelli propone, ma molti lettori ormai tendono a comprarlo perché "hanno tutta la collezione, tanto vale continuare" e molti altri lo lasciano a numeri particolari "arrivo fino al 300 poi...". Lo sento dire spesso... In quanto a me medesimo dell'old boy leggo oramai soltanto quei numeri particolari, quelli dei centenari, delle ricorrenze decennali, ed i numeri fuori dall'ordinario come questo. Nonché il Color Fest che reputo ad oggi il miglior progetto della casa. Insomma le storie son quello che sono, tanto che alla fine è arrivato il momento di cambiare anche per il signorino Dog.

Il cambiamento è dovuto anche al fatto che le redini di casa Bonelli non sono più in mano alla famiglia, questo è bene tenerlo a mente.

Questo il link fb del personaggio e del numero in questione: https://www.facebook.com/DylanDogSergioBonelliEditore

ATTENZIONE; da qui in avanti "spoilelerò" buona parte del numero settembrino...

Ordunque: Il numero, interamente a colori, vuole presentarsi unico e atipico in ogni suo aspetto, quindi l'avventura viene ambientata nello spazio tra tanti anni ancora di là da venire. La copertina anticipa bene quello che vuole essere la storia, ovvero un atto di referenzialità al film Alien di Scott. Già ci capiamo: il nuovo inizio nuovamente riafferma quello che in casa Bonelli accade da ormai troppo tempo a questa parte, ovvero nessuna originalità. Procedendo nella storia la questione viene più che confermata.
Il plot dell'avventura è, sommariamente, questo:
Anche in un un futuro lontano ipertecnologico occorre l'aiuto del nostro indagatore dell'incubo. Alcuni scienziati col semplice ausilio dei diari di Dylan e di vecchi articoli di giornale riescono a, per così dire, "resuscitare"l'old boy e che, benché la sommarietà di un simile approccio per ricostruire una personalità completa, si sveglia in questo futuro come se niente fosse se non soltanto stranito dall'ambiente circostante. Ma non è l'unico Dylan Dog, ce ne sono altri quattro. Questi non sono o dovrebbero essere altro che cloni di Dylan Dog a cui è stata implementata una ed una sola particolare caratteristica. Nel dettaglio le figure in questione sono: Un Dylan militare patito per le armi e muscoloso (!), un Dylan donna (?!),  un Dylan "mente del gruppo" (...) ed un Dylan "essere non ben definito ma intellettivamente superiore a qualsiasi esponente del genere umano" (???). Come sarà mai possibile implementare degli aspetti del carattere di Dylan che lo stesso Dylan non ha, visto che non è incline all'uso massiccio di armi (già la pistola è poco più di un  vezzo) ed è fisicamente mingherlino poiché vegetariano, non è assolutamente una donna, non ha né il piglio di un capo e né tantomeno è un essere superiore, non posso far a meno di chiedermelo...
Sinceramente , giusto per farci una battuta, potevano metterci il Dylan di colore che muore mentre sta dicendo la sua battuta moralistica... almeno non ci saremmo fatti mancar niente...
Peraltro tutti questi personaggi son portati avanti come stereotipi del loro genere, mentre gli altri comprimari della storia fanno le veci dei loro "alias" nel già citato film di riferimento. Neanche la vicenda sembra voler creare quel pathos da film horror che ci si vorrebbe/dovrebbe aspettare. Man mano che si procede nella lettura si intuisce senza poca fatica gli eventi che succederanno. I colpi di scena sanno di già visto ed anche il finale lo sentiamo come prevedibile. Ed infatti così è.
Il fatto è che manca proprio tutto quello che dovrebbe essere Dylan Dog; le atmosfere in primis, ma anche il protagonista che ha una parte a dir poco marginale. Manca anche Groucho che nella versione mostro alieno tentacolare di questa avventura, lascia perplesso. Pure le sue battute sono alquanto scadenti. Manca il brivido. Mancano i punti fermi di un'avventura alla Dylan Dog. Insomma, è tutto alquanto afono...
Al di là comunque delle pecche narrative, più che altro pensate senza troppo sforzo e di un'avventura che potrebbe essere interpretata da qualsiasi personaggio di casa Bonelli, la storia di per sé funziona bene e si lascia leggere fino alla fine, come la maggior parte delle avventure bonelliane, ma resta l'amaro in bocca per il fatto che non porta niente di nuovo, fatto strano quantomeno per un numero che deve segnare un nuovo inizio. Sinceramente porta più notizie la pubblicità a fine albo...

Dal prossimo numero, pochi cambiamenti a parte, si dovrebbe tornare alla normalità... hum...
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