giovedì 27 novembre 2014

Dylan Dog 337 "Spazio Profondo" Edizione Speciale Lucca Comics & Games 2014

Il nuovo corso di casa Bonelli, conseguenza della scomparsa di Sergio, ha portato grandi cambiamenti anche sul piano distributivo e commerciale. Per la prima volta infatti la famosa fiera del fumetto toscano ha visto non solo il consueto incontro con gli autori ma anche un'area vendita diretta. Occasione giusta per proporre ciò che le consolidate leggi del consumismo di massa identificano con le "galline dalle uova d'oro" ovvero; le "edizioni speciali". L'evento si prestava bene oltre che per altre novità in tiratura limitata anche per riproporre l'albo settembrino, che era nelle intenzioni già speciale nella serie regolare.
Prezzo maggiorato, ma non espresso sull'albo, così come la tiratura limitata non è né numerata né menzionata in numero totale.

Tralasciamo la storia che ovviamente è la stessa della serie da edicola così come il tipo di carta su cui è stampata. Anche il Dylan Dog Horror Club è identico per tutti e due gli albi. Le differenze tra le due edizioni sono essenzialmente due: la  più significativa è la bella immagine di copertina che presenta una illustrazione inedita di Gipi che si sviluppa fin sul retro dell'albo. La grammatura del cartoncino è leggermente maggiore rispetto alla versione da edicola ed ha due risvolti, l'uno dedicato ad un breve escursus degli autori del volume in questione (Gipi, Recchioni, Mari, De Felici), l'altro ad una statuina di carta ritagliabile di Dylan, come si usava fare fino a qualche lustro fa.
Ciò che cambia all'interno dei due albi sono i redazionali a fine volumetto. Il "giornale di Sergio Bonelli" dell'edizione classica lascia il posto agli "appunti di viaggio" per l'edizione speciale.
In questi appunti prendono parola in tre articoli distinti lo sceneggiatore, il disegnatore e il colorista dell'albo. E' notevole la differenza di interporsi al lavoro da parte dei tre autori della storia che si apprende da queste poche pagine; Recchioni usa uno stile autoreferenzialista, Mari intavola un discorso tecnico mentre De felici assume un approccio che naviga dal professionale all'emozionale. Vari schizzi, studi di personaggi, qualche illustrazione e qualche vignetta tratta da numeri in fase di realizzazione adornano le quattordici pagine in questione. Chiudono il tutto una nota di Recchioni e i crediti a fine volume, con il logo di Lucca Comics & Games 2014 a testimonianza imperitura del particolare progetto.

In definitiva questa edizione niente aggiunge alla edizione normale se non una splendida copertina e l'assenza della pubblicità. Forse in futuro potrà valere qualcosa in più in termini di denaro ma di speciale questa edizione ha il solo fatto di essere in tiratura limitata. Nulla più.

venerdì 10 ottobre 2014

Dylan Dog 337 "Spazio profondo"

Prendo la palla al balzo e col nuovo inizio di questo blog recensisco il nuovo inizio dell'indagatore dell'incubo...

premessa: Il mio rapporto col fumetto bonelliano è alquanto ostico, per vari motivi di cui questa non è sede di discussione, pertanto in questa piccola premessa vi dirò giusto poche cose. In primis ritengo Martin Mistére il personaggio migliore della scuderia, ma non quello con più fascino che è per forza di cose e senza dubbio alcuno, Dylan. Purtroppo ognuno dei due viene portato avanti con storie non sempre apprezzabili e sopratutto il secondo (e non è ahimè, il solo della casa) con poca originalità. Certo, è un fumetto popolare quello che l'editore bonelli propone, ma molti lettori ormai tendono a comprarlo perché "hanno tutta la collezione, tanto vale continuare" e molti altri lo lasciano a numeri particolari "arrivo fino al 300 poi...". Lo sento dire spesso... In quanto a me medesimo dell'old boy leggo oramai soltanto quei numeri particolari, quelli dei centenari, delle ricorrenze decennali, ed i numeri fuori dall'ordinario come questo. Nonché il Color Fest che reputo ad oggi il miglior progetto della casa. Insomma le storie son quello che sono, tanto che alla fine è arrivato il momento di cambiare anche per il signorino Dog.

Il cambiamento è dovuto anche al fatto che le redini di casa Bonelli non sono più in mano alla famiglia, questo è bene tenerlo a mente.

Questo il link fb del personaggio e del numero in questione: https://www.facebook.com/DylanDogSergioBonelliEditore

ATTENZIONE; da qui in avanti "spoilelerò" buona parte del numero settembrino...

Ordunque: Il numero, interamente a colori, vuole presentarsi unico e atipico in ogni suo aspetto, quindi l'avventura viene ambientata nello spazio tra tanti anni ancora di là da venire. La copertina anticipa bene quello che vuole essere la storia, ovvero un atto di referenzialità al film Alien di Scott. Già ci capiamo: il nuovo inizio nuovamente riafferma quello che in casa Bonelli accade da ormai troppo tempo a questa parte, ovvero nessuna originalità. Procedendo nella storia la questione viene più che confermata.
Il plot dell'avventura è, sommariamente, questo:
Anche in un un futuro lontano ipertecnologico occorre l'aiuto del nostro indagatore dell'incubo. Alcuni scienziati col semplice ausilio dei diari di Dylan e di vecchi articoli di giornale riescono a, per così dire, "resuscitare"l'old boy e che, benché la sommarietà di un simile approccio per ricostruire una personalità completa, si sveglia in questo futuro come se niente fosse se non soltanto stranito dall'ambiente circostante. Ma non è l'unico Dylan Dog, ce ne sono altri quattro. Questi non sono o dovrebbero essere altro che cloni di Dylan Dog a cui è stata implementata una ed una sola particolare caratteristica. Nel dettaglio le figure in questione sono: Un Dylan militare patito per le armi e muscoloso (!), un Dylan donna (?!),  un Dylan "mente del gruppo" (...) ed un Dylan "essere non ben definito ma intellettivamente superiore a qualsiasi esponente del genere umano" (???). Come sarà mai possibile implementare degli aspetti del carattere di Dylan che lo stesso Dylan non ha, visto che non è incline all'uso massiccio di armi (già la pistola è poco più di un  vezzo) ed è fisicamente mingherlino poiché vegetariano, non è assolutamente una donna, non ha né il piglio di un capo e né tantomeno è un essere superiore, non posso far a meno di chiedermelo...
Sinceramente , giusto per farci una battuta, potevano metterci il Dylan di colore che muore mentre sta dicendo la sua battuta moralistica... almeno non ci saremmo fatti mancar niente...
Peraltro tutti questi personaggi son portati avanti come stereotipi del loro genere, mentre gli altri comprimari della storia fanno le veci dei loro "alias" nel già citato film di riferimento. Neanche la vicenda sembra voler creare quel pathos da film horror che ci si vorrebbe/dovrebbe aspettare. Man mano che si procede nella lettura si intuisce senza poca fatica gli eventi che succederanno. I colpi di scena sanno di già visto ed anche il finale lo sentiamo come prevedibile. Ed infatti così è.
Il fatto è che manca proprio tutto quello che dovrebbe essere Dylan Dog; le atmosfere in primis, ma anche il protagonista che ha una parte a dir poco marginale. Manca anche Groucho che nella versione mostro alieno tentacolare di questa avventura, lascia perplesso. Pure le sue battute sono alquanto scadenti. Manca il brivido. Mancano i punti fermi di un'avventura alla Dylan Dog. Insomma, è tutto alquanto afono...
Al di là comunque delle pecche narrative, più che altro pensate senza troppo sforzo e di un'avventura che potrebbe essere interpretata da qualsiasi personaggio di casa Bonelli, la storia di per sé funziona bene e si lascia leggere fino alla fine, come la maggior parte delle avventure bonelliane, ma resta l'amaro in bocca per il fatto che non porta niente di nuovo, fatto strano quantomeno per un numero che deve segnare un nuovo inizio. Sinceramente porta più notizie la pubblicità a fine albo...

Dal prossimo numero, pochi cambiamenti a parte, si dovrebbe tornare alla normalità... hum...
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lunedì 29 settembre 2014

Introduzione

Quando creai questo blog, nell'ormai lontano 2007, non pensavo certo di latitare per ben 7 anni (a parte una piccola immagine)... Certo è che era nato -diciamolo pure- quasi per caso, in un periodo che di tempo ne avevo assai poco disponibile, ma il nome "fumettomachia" era ben pensato e tanto valeva assicurarselo... E adesso (nel 2014!!) scopro che quattro anni fa, un luminare del fumetto ha nomato il suo blog con lo stesso nome (ma tutto maiuscolo)... fatto che ne riprova la certa validità. Non per questo provo solo ora a portarlo avanti, o meglio, a cominciarlo. Poniamo in essere che il caso di omonimia mi ha dato un po' di carica ed un po' di felicità, in un periodo particolarmente intenso a livello emotivo, tutto qui. Pertanto presento questo blog chiamato "fumettomachia (tutto minuscolo)" come un almanacco di mie recensioni, storie e quant'altro affine al mondo del fumetto -e per estensione dell'animazione- che reputo interessante, esclusivamente secondo il mio gusto personale e perciò sostanzialmente particolare e non generale, e nella fattispecie, che m'abbia nel mio piccolo catturato l'attenzione. Mentre l'altro, curato da chi è addentro ai lavori, si differenzia per esser il "FUMETTOMACHIA(tutto maiuscolo)" a cui do atto della sua referenzialità e della sua globalità.

Ma in definitiva cosa aspettarsi da questo blog?
Da fine anni '80 al tempo d'oggi, il fumetto è diventato purtroppo un'arte di nicchia. Le generazioni sono cambiate, il fumetto è cambiato. Dal dopoguerra ad oggi, dalle rivolte studentesche siamo approdati al politicamente corretto. Adesso è in atto un nuovo rinnovamento, ma i fruitori del medium si sono drasticamente ridotti o comunque tengono linee di pensiero stoicamente nette... Ben pochi di questi hanno una conoscenza storica, tramandata o meno che sia. I nuovi lettori albergano essenzialmente nel "mainstream" odierno e sono assai poco attratti sia dai classici che dal moderno -per così dire- "impegnato" o almeno non di tendenza.
Per quanto mi riguarda mi ritengo neutrale a questa insipida lotta tra l'una e l'altra fazione; ne tantomeno denigro il fumetto che viene da questa o da quella parte del mondo. Semplicemente ci sono delle opere che non hanno ricevuto il giusto merito nel bene e nel male, vuoi per l'affollato parco di titoli o per sciocche credenze che si portano dietro. L'intento è di riuscire ad accendere una scintilla di curiosità per i titoli che recensisco.

In questo "mondo piccolo" che vorrei realizzare ci metterei un po' di tutto; recensioni, saggi, approfondimenti, idee o magari qualche mio fumetto. Me lo immagino così, con dentro un po' di tutto. Certo è limitato ai titoli che leggo, ma non è essenziale che ci sia tutto, altri colmeranno eventuali lacune coi loro blog. Io vorrei fare la mia parte.